Come in molti paesi veneti, il fiume, in questo caso il Brenta, è il protagonista della storia locale; il fiume con i suoi "carriolanti", i traghetti, le zattere, i molini, ma anche con le rotte e le disastrose alluvioni. Così anche Campo San Martino è intimamente legato al Brenta. Le vecchie cronache riferiscono "Il fiume Brenta che scorre nel centro dell'abitato, somministra la ghiaia fluviale che serve a mantenere in buono stato le strade della provincia. Il trasporto e il commercio della ghiaia tiene occupato un numero considerevole di operai di questo paese e di quelli limitrofi, e reca molti vantaggi con la navigazione di barche che si fa in grande proporzione specialmente in primavera quando il fiume, gonfiato dallo sciogliersi delle nevi, si rende navigabile. Anche la continua navigazione delle zattere che trasportano il legname dalle montagne reca al paese qualche beneficio essendo luogo di stazione sia per le zattere in viaggio che per quelle che attraccano per conto dei negozianti dei luoghi vicini. Più che all'agricoltura, le risorse di questo villaggio si devono attribuire a queste due ultime favorevoli circostanze". Il nome del paese sembra significativo del carattere agricolo dell'economia della zona: l'11 novembre, festa di San Martino, segnava infatti fino a tempi non troppo remoti il giorno della scadenza dei contratti agrari. Si tratta di un paese abbastanza antico, poichè il suo nome è citato in un atto di investitura del 1130. La sua storia segue passo passo quella della provincia. Sappiamo che in epoca medioevale eso rivestì una certa importanza strategica come piazzaforte sul fiume ed è molto probabile che avesse anche un castello di cui però s'è persa ogni traccia. Un ospizio dei certosini è segnalato nelle cronache antiche finchè i monaci non lo trasferirono presso la Certosa di Vigodarzere.
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